Primo incontro del percorso formativo: legami famiglia e comunità.
GRANDE PARTECIPAZIONE E INTERESSE PER IL PRIMO INCONTRO DEL PERCORSO FORMATIVO: LEGAMI FAMIGLIA E COMUNITA’, IN RETE CON LE ISTITUZIONI CIVILI ED ECCLESIALI, DEDICATO ALLA FAMIGLIA E ALLA COMUNITA’ TERRITORIALE.
Si è svolto sabato 28 gennaio il primo incontro del percorso formativo “LA RELAZIONE EDUCATIVA E LA COLLABORAZIONE NELLE COMUNITÀ TRA FAMIGLIE E GRUPPI”. Clicca qui e scarica la locandina.
Il progetto è promosso dall’associazione Difamiglia con l’obiettivo di condividere la ricchezza dell’esperienza pedagogica di don Bosco e Madre Mazzarello e approfondire il Modello relazionale simbolico, approccio scientifico elaborato dal Centro d’Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia (Università Cattolica Milano)
Ha introdotto l’incontro sr Carmela Santoro presidente dell’Associazione DiFamiglia sottolineando che: ” La sinergia coinvolge ogni persona e con essa si generano cambiamenti sociali. La strategia più efficace è l’ascolto per costruire insieme progetti di rigenerazione”. È seguito il saluto di don Mario Aversano, Vicario Episcopale per la Pastorale del territorio nella Diocesi di Torino, nel suo intervento ha evidenziato che: ”parlare di territorio è parlare di relazioni. Insieme possiamo affrontare la solitudine che coinvolge le nostre città”.
L’incontro è stato seguito da Enti, insegnanti, educatori, catechisti responsabili di Associazione che si occupano del familiare e molte persone che hanno a che fare nel quotidiano con la famiglia, a dimostrazione di quanto il tema sia importante.
Tra i molti interventi è di particolare rilevanza quello di Marzia Sica – responsabile di Obiettivo Persone della Fondazione Compagnia di San Paolo – che ha messo in evidenza quanto: “da anni la Fondazione è interessata ai temi riguardanti la Famiglia, e investe culturalmente su progetti che generano valore per le persone e per il territorio, come il Programma Traguardi che sostiene le famiglie nel percorso di crescita. Anche il Progetto Legami, famiglia e comunità è aiuto per le persone sole, ormai il disagio tocca tutti e si codifica nella povertà relazionale, per questo le reti di famiglie sono una risorsa. È necessario rafforzare la socialità per affrontare la solitudine: Solo il 19,5% delle persone incontra un amico alla settimana”.
L’Assessore alle politiche sociali della città di Torino Jacopo Rosatelli ha sottolineato che: “Spesso le situazioni di fragilità in cui versano parti della popolazione portano disagio, rabbia e disorientamento. L’obiettivo del Comune di Torino è quello di creare legami generativi in cui, le persone vittime di povertà, possano iniziare a concepirsi e a vivere come soggetti propositivi, per ristabilirsi e riaffermarsi nel contesto sociale in cui vivono. Per fare questo serve il coinvolgimento delle associazioni. Da questo nasce il progetto che vede la collaborazione tra l’associazione Difamiglia, Atc (azienda territoriale per la casa), Comune di Torino e Circoscrizione 2, impegnati nella riqualificazione di uno dei caseggiati sociali, all’interno del quale si svilupperà il progetto che metterà le famiglie al centro, considerandole come risorse fondamentali per il territorio”.
Proprio sul tema delle case popolari, il vicepresidente di ATC Fabio Tassone, ha messo in evidenza i progetti che l’ente sta portando avanti: “Perché le case popolari vengano concepite, e percepite dai propri abitanti, come un luogo di riaffermazione sociale. Per questo sono stati attivati investimenti per la riqualificazione delle stesse. Ci sarà inoltre sempre di più attenzione ai reali bisogni degli inquilini, attraverso un maggior numero di visite e sopralluoghi nelle abitazioni”.
Tassone inoltre ha evidenziato un grande progetto, con protagonisti i giovani: Reality shot, che mette al centro la creatività degli under 30 delle case popolari, e chiede loro di produrre immagini con lo smartphone per catturare storie di periferia.
Il vicepresidente della Circoscrizione 2 Giuseppe Genco ha sottolineato la volontà della circoscrizione con il più alto numero di abitanti, di perseguire i seguenti obiettivi:
• costruire di nuove forme di cittadinanza attiva;
• implementare la collaborazione della circoscrizione con enti, associazioni e parrocchie presenti sul territorio;
• avviare progetti per il miglioramento della vita delle persone soprattutto in ambito sociosanitario.
Suor Daniela Del Gaudio rappresentante dell’USMI, Unione delle Superiori Maggiori d’Italia, e appartenente alla Consulta Nazionale per la Pastorale familiare delle CEI ha descritto l’esperienza dell’ USMI che in questi anni si è inserita in maniera attiva all’interno delle reti familiari sul territorio, sempre in stretta collaborazione con le istituzioni e gli enti locali. Suor Del Gaudio ha inoltre precisato: “E’ necessario ascoltare le esigenze del territorio in cui si opera, approfondendo la conoscenza del contesto familiare e sociale. È necessario che la Chiesa dialoghi con le famiglie”.
DUE SGUARDI A CONFRONTO: IL MODELLO RELAZIONALE SIMBOLICO E IL SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO
Scritti a più di cento anni di distanza l’uno dall’altro i due modelli descritti e discussi durante l’incontro hanno molti punti in comune, a dimostrazione che il tema dei legami familiari è sempre attuale e, oggi come allora, necessita di metodo, impegno e cura.
A evidenziarlo Anna Bertoni, professore associato di psicologia sociale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Piera Ruffinatto preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma.
Anna Bertoni ha evidenziato come “Stia prendendo sempre più piede il mito dell’individualismo e della poca necessità di educare i legami tra individui. Il modello relazionale simbolico premette che l’individuo dipende dalle relazioni, che devono essere educate e curate. È interessante sottolineare che la relazione è un legame in cui le persone sperimentano appartenenza, nel quale si riconoscono, e in cui si giocano gli aspetti identitari che fanno la differenza. La relazione genera quindi appartenenza: ciò che accade a un membro della famiglia spesso coinvolge tutti. Questo accade anche nelle comunità, ecco perché è impossibile scindere il mondo familiare da quello sociale.
Il modello relazionale simbolico offre una prospettiva relazionale: la relazione è un legame, le persone sperimentano appartenenza, si riconoscono. Relazione è diverso da interazione. Fare delle cose è interazione, ma non è solo interazione, non solo quello che si vede, ma vincoli con ruoli che stabiliscono identità e appartenenza, la famiglia ha una storia che vincola i componenti a monte, miti, visioni, eventi. Relazione è storia intergenerazionale ed è legame, vincolo, motivo di sicurezza, è storia presente, ma anche passato che influenza e futuro che si prospetta. La famiglia desidera un futuro
Piera Ruffinatto ha invece raccontato il Sistema Preventivo di Don Bosco che “E’ fondato su un umanesimo cristiano integrale in cui al centro vi è la salvezza cristiana: la formazione religiosa, concepita all’interno dell’elemento umano, passa attraverso l’associazionismo, l’assistenza sociale, le forme di volontariato ecc.…
Il sistema viene qualificato dal criterio preventivo e incentiva da sempre fattori protettivi e promozionali, attraverso esperienze attrattive che portano l’educando a volere il bene per sé, attraverso l’impegno politico per costituire una società “del buono” e infine attraverso un lavoro di sinergia e alleanza tra istituzioni e territori”.
In chiave salesiana il simbolo è la presenza, l’adulto che si affianca e accompagna con rispetto, offre un consiglio “parolina all’orecchio”, anche in un cortile affollato, coglie il singolo e la massa insieme senza perdere di vista nessuno dei due. Sguardo vigile, osservazione sistematica in modo coinvolto, in una visione positiva del ragazzo, fiducia, rispetto, attesa, accoglienza perché in ogni ragazzo “c’è un punto accessibile al bene“ (don Giovanni Bosco)
I PROSSIMI INCONTRI
28 febbraio – 25 marzo – riguarderanno la lettura del familiare per costruire percorsi di prevenzione e promozione.
Gli incontri in presenza si terranno in Piazza Maria Ausiliatrice 35 a Torino.
Il progetto si concluderà nel mese di ottobre 2023 con il convegno “Dal Modello Relazionale Simbolico strategie per generare ambienti educativi”.
Ufficio Stampa Associazione Difamiglia
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